La Fillea Cgil prosegue la sua battaglia contro il dumping contrattuale nei cantieri del restauro e dell'archeologia, dove contratti pirata firmati da associazioni datoriali e sindacali non rappresentative, vengono applicati in alternativa al Ccnl dell'edilizia, sottoscritto da Fillea-Cgil, Filca-Cisl e FenealUil con Artigiani, Ance e Coop, favorendo gli interessi economici dei datori di lavoro a scapito dei diritti dei lavoratori.
La lenta avanzata nella ricostruzione delle aree colpite dal sisma 2016 nel Centro Italia, che ci colpisce direttamente, ha sollevato preoccupazioni, soprattutto per il ritardo nei lavori di restauro dei beni artistici, essenziali per la vita e l'identità delle comunità coinvolte.
Attraverso la pubblicazione della newsletter di gennaio 2024 "News Restauratori", la Fillea Cgil nazionale intende sottolineare il ruolo cruciale delle professionalità coinvolte nella ricostruzione e promuovere l'occupazione di qualità in questo settore, che deve essere tutelata e valorizzata.
Un decisivo passo in avanti in questo senso è stato raggiunto il 5 settembre 2023, quando è stato sottoscritto un accordo con le associazioni Artigiane per l'applicazione del Ccnl edile fondato su una maggiore valorizzazione delle competenze professionali nei cantieri dedicati al restauro e all'archeologia. Si tratta di un risultato che intendiamo replicare anche nei settori Industria e Coop, per garantire condizioni di lavoro eque e dignitose a tutti i lavoratori ( approfondisci qui).
La newsletter annuncia inoltre alcune novità introdotte dal Contratto Edile, che prevede disposizioni specifiche per le opere di restauro, risanamento conservativo e corredo urbano. Queste disposizioni riconoscono e valorizzano esplicitamente il profilo professionale dei restauratori, tecnici del restauro e archeologi, garantendo loro qualità, sicurezza, salari equi e adeguate tutele.
Tra gli obiettivi Fillea, l'impegno nel garantire l'applicazione corretta e puntuale del Contratto Edile, in coerenza con le leggi e le disposizioni del post-sisma 2016 e il potenziamento occupazionale del settore attraverso un confronto con il Ministero della cultura su molteplici punti fra cui: l'esame di idoneità per coloro che hanno ottenuto la qualifica di collaboratore restauratore/tecnico del restauro, il recupero di restauratori non inclusi negli elenchi pubblicati e il ritorno all'ambito della Conferenza Stato Regioni per il percorso formativo dei tecnici del restauro.
Tutto ciò accompagnato dalla promozione di piano della cultura attraverso un confronto con il Governo e le amministrazioni pubbliche che contempli l'utilizzo delle risorse del PNRR e dei fondi comunitari per la messa in sicurezza e la tutela del territorio e del patrimonio culturale.
Le figure professionali del restauro, a lungo prive di una codificazione in materia di salute e sicurezza, oggi sono associate a un codice Ateco e a un profilo di rischio Inail. Tuttavia, la classificazione attuale del rischio per i restauratori (codice Ateco 90.02.03) come basso è considerata inaccurata, data la frequente esposizione a agenti chimici pericolosi durante le fasi di restauro. Una sentenza del TAR del Lazio ha infatti confermato l'alto profilo di rischio per chi opera nel cantiere di restauro.
La Fillea Cgil si impegna quindi a modificare questo approccio, riconoscendo inoltre le differenze di genere nella sicurezza sul lavoro e promuovendo misure di prevenzione più efficaci.
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