Scendere dalle impalcature e godersi il meritato riposo dopo anni di fatiche? A partire da quest’anno sarà finalmente possibile per tutti i lavoratori dell'edilizia. Con l’approvazione della Legge finanziaria per il 2022, scende infatti da 36 a 32 anni la soglia di contributi con cui, compiuti i 63 anni di età, edili e ceramisti potranno andare in pensione. Merito di un emendamento inserito in manovra di bilancio e fortemente voluto da Fillea CGIL che festeggia così un importante successo della campagna un #CommaSalvavita lanciata proprio per abbassare gli anni di contributi per l'accesso degli edili all'Ape sociale.
“Non tutti i lavori sono uguali”, ribadisce il segretario generale regionale di Fillea CGIL Umbria Augusto Paolucci. “Per questo motivo quello raggiunto è un successo importante, perché introduce maggiori tutele per chi, come i lavoratori edili, svolge attività più faticose e pericolose”.
I dati. Che il lavoratori dell’edilizia sono i più esposti a usura, a malattie professionali e a incidenti sul lavoro, compresi quelli gravi e mortali, è una dura realtà confermata dai dati Inail secondo i quali il 30% degli infortuni nei cantieri coinvolge lavoratori over 50 e il 13% coinvolge lavoratori over 55. Non solo: il 70% delle malattie professionali colpisce lavoratori tra i 50 e i 64 anni, l’11% gli over 65, e un incidente mortale su quattro riguarda gli over 55.
La battaglia di Fillea CGIL prosegue. “Anche in considerazione della discontinuità contributiva degli edili, la nostra richiesta era e resta quella di ridurre a 30 gli anni di contributi", ribadisce Paolucci. "Bisogna inoltre che a tutti gli operai edili si applichi il Ccnl dell’edilizia e che vengano estesi e resi strutturali gli strumenti per garantire uscite anticipate anche ad altre categorie di lavoratori gravosi o usuranti”.
L'invito è di prenotare una consulenza tramite la piattaforma Fillea o di rivolgersi ai delegati sindacali e alle sedi Inca del territorio per verificare se si dispone dei requisiti e per presentare la domanda.