Il lavoro deve essere tutelato perché costituisce l'anima profonda della nostra Costituzione democratica. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà.
La campagna nazionale di raccolta firme lanciata dalla Cgil per i quattro referendum sul lavoro è un'iniziativa che mira a rafforzare queste tutele. Con lo slogan "Per il lavoro ci metto la firma", i quattro quesiti referendari presentati dalla Cgil sono volti a modificare specifiche normative così da liberare il lavoro dallo sfruttamento e renderlo più stabile, sicuro e tutelato.
- La prima proposta intende eliminare le disposizioni del "Jobs Act" che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi, permettendo ai datori di lavoro di agire con maggiore discrezionalità qualora l'assunzione sia avvenuta dopo il 2015. L'obiettivo è quello di garantire che i licenziamenti ingiustificati siano seguiti dal reintegro del lavoratore.
- La seconda proposta affronta il limite massimo di indennizzo per i lavoratori licenziati senza giusta causa, in particolare per coloro che sono impiegati in aziende con meno di 15 dipendenti. La Cgil auspica che sia un giudice a determinare l'ammontare dell'indennizzo, superando così la normativa attuale.
- Il terzo quesito si concentra sulla precarietà contrattuale, proponendo di abrogare l'articolo 19 del decreto legislativo 81/2015, che permette la stipula di contratti anche senza alcun motivo. La modifica mira a limitare l'uso di tali contratti a situazioni specifiche e temporanee, al fine di ridurre la diffusione di impieghi precari reintroducendo la necessaria presenza di una causale giustificativa temporanea disciplinata e prevista dai contratti collettivi.
- Infine, l'ultimo quesito riguarda l'abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. L'obiettivo è far sì che le aziende appaltanti scelgano fornitori finanziariamente solidi e rispettosi delle norme sulla sicurezza sul lavoro.
Tutte le lavoratrici e i lavoratori, così come ogni cittadino consapevole, potranno, attraverso la firma, partecipare attivamente a questo processo democratico di cambiamento, e contribuire a costruire un futuro lavorativo più giusto e sicuro. Quindi, mettiamoci la firma!
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