Si è svolto questa mattina a Norcia il convegno "Otto anni dal terremoto: la ricostruzione materiale e sociale di un'area interna", un evento cruciale per riflettere sui progressi e sulle sfide ancora aperte da quel 30 ottobre 2016, che ha sconvolto il territorio.
La giornata, moderata dall’architetto e componente del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria, Alfiero Moretti, ha visto la partecipazione di esperti, rappresentanti delle istituzioni e del sindacato, che hanno offerto una visione completa e approfondita del processo di ricostruzione.
Elisabetta Masciarri, segretaria generale della Fillea Cgil Umbria, ha aperto il convegno con una riflessione sull’importanza del coordinamento tra enti locali e nazionali, evidenziando come, nonostante i passi in avanti, permangano difficoltà burocratiche e normative che hanno contribuito a rallentare i lavori, dall’impoverimento della Pubblica Amministrazione, con il blocco delle assunzioni, all’effetto del bonus 110, che ha distolto energie, alla gestione poco lungimirante a livello regionale, incapace di valorizzare sufficientemente i centri di formazione edili introducendoli nella formazione professionale della regione in modo tale da contribuire ad una maggiore strutturazione del settore.
Masciarri ha insistito sul bisogno di un monitoraggio costante per garantire la sicurezza nei cantieri e l’efficacia degli interventi, il binomio sicurezza e legalità sono e restano inscindibili. "La ricostruzione non può limitarsi agli edifici", ha dichiarato, "ma deve includere la ricostituzione del tessuto sociale, che resta profondamente colpito. Ne siamo profondamente convinti, ecco perché la collaborazione e il lavoro svolto finora dall’Associazione Nuove Ri-Generazioni Umbria risultano fondamentali".
Il professor Enrico Giovannetti, componente del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria, ha portato un contributo di ampio respiro, delineando il quadro demografico regionale e sottolineando come il sisma abbia amplificato problematiche preesistenti, come lo spopolamento e la fragilità dei servizi.
I giovani, in questo contesto, costituiscono una evidente risorsa per lo sviluppo e sono diffusamente presenti in tutto il territorio, non solo nelle città maggiori. Dai dati analizzati da Giovannetti, i giovani umbri mostrano un tasso di istruzione elevato, con liceali che devono tuttavia affrontare problemi di inserimento lavorativo.
All’interno della dimensione giovanile emerge anche una questione di genere relativa all’occupazione femminile ancora a rilento. Restano poi critici il tasso di migrazione del capitale umano e il fabbisogno formativo degli occupati che svolgono lavori precari e a bassa retribuzione (approfondisci qui).
Giovannetti ha perciò invitato a vedere nella ricostruzione non solo una sfida tecnica, ma un’opportunità di rilancio per questi territori, attraverso politiche di sviluppo locale che mettano al centro le persone e la loro qualità di vita.
Giuliano Boccanera, Sindaco di Norcia, ha offerto una panoramica concreta sullo stato dei lavori nella sua città. Pur riconoscendo i progressi ottenuti, ha parlato delle difficoltà ancora presenti, in particolare nella gestione delle risorse e nel superamento della complessa macchina burocratica. La ricostruzione non può essere un tema locale, ha sostenuto Boccanera, ma deve diventare una priorità nazionale, i risultati ottenuti a Castelluccio e Campi ne costituiscono una importante testimonianza.
Un contributo significativo è arrivato anche da Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia, che ha posto l’accento sulla necessità di garantire diritti e tutele ai lavoratori coinvolti nella ricostruzione. Pampanelli ha sottolineato l'importanza della contrattazione sindacale come strumento per assicurare condizioni di lavoro dignitose e per far sì che la ricostruzione diventi un'occasione di sviluppo duraturo per le comunità colpite e non solo. Ricordando i quattro referendum sul lavoro promossi dalla Cgil e il referendum sull’Autonomia differenziata il segretario della Camera del Lavoro, Pampanelli, rammenta la necessità di un modello di sviluppo capace di superare le disuguaglianze territoriali e sociali.
“Non c’è stata mai una fiscalità differenziata per la montagna, non c’è stata mai la considerazione che i numeri non sono tutti uguali e non devono avere lo stesso peso”, così Agnese Benedetti, Sindaca di Vallo di Nera e presidente Uncem. ”Le risorse del territorio che hanno garantito per anni l’economia locale, ora raramente vengono utilizzate. Se non c’è più la popolazione, - ribadisce Bnedetti -vengono meno i servizi essenziali come l’assistenza medica, e i trasporti. Com’è possibile rendere attrattivo il territorio in queste condizioni? Occorre pianificare conoscendo i rapporti e le relazioni che vivono sul territorio, pianificare senza far venir meno la coesione sociale, anzi rafforzandola".
“Norcia è modello di comunità resiliente, capace di adattarsi e reagire alla criticità, - così l’architetto e componente del Comitato scientifico di Nuove Ri-Generazioni Umbria, Diego Zurli, illustra il progetto di Campi, che nasce dalla stessa comunità locale per il recupero funzionale e la valorizzazione del rifugio Monti del Sole, di proprietà della Provincia e in stato di abbandono. Il progetto, finanziato dal Piano Nazionale Complementare, Next Appennino, rappresenta, sottolinea l’architetto Zurli, una preziosa opportunità per il rilancio del territorio (approfondisci qui).
“Il settore dell’edilizia è un settore in evoluzione, l’edilizia non è più solo il settore che cementifica così come la Fillea non è il sindacato che rappresenta i lavoratori che deturpano”, il segretario nazionale della Fillea Cgil, Antonio Di Franco, ricorda come ormai i concetti di consumo di suolo e cura del territorio siano entrati nel dibattito e nella consapevolezza comune di parti sociali, lavoratori e imprese, ma “il punto è come far comprendere questa visione ai legislatori”.
Oggi il Paese deve affrontare la questione salariale, con salari bassi e non sostenuti e la questione migratoria, chi emigra e arriva qui per lavorare non è incentivato a restare. Il fenomeno demografico e quello migratorio, sottolinea il segretario Di Franco, incidono inevitabilmente sulla disponibilità di manodopera del settore e sul suo livello economico complessivo. ”Immaginare un modello di sviluppo oltre la ricostruzione è doveroso. Se la congruità è diventata un tema nazionale è grazie all’esperienza maturata qui nel garantire sicurezza e legalità, un'esperienza che ci ha permesso di guardare al futuro e non restare ancorati al passato, come invece il Governo dimostra nei fatti di volere".