La recente approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2024, attraverso la Legge 30 dicembre 2023 n.213, ha introdotto diverse misure che incidono sulle politiche relative all'immigrazione. Di seguito esaminiamo i principali aspetti di questa normativa e le sue implicazioni.
Uno dei punti salienti riguarda le modifiche apportate all'articolo 34 del testo unico sull'immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero, che prevedono che i cittadini stranieri che non rientrano nelle categorie per le quali l'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è gratuita e obbligatoria, potranno comunque usufruire dell'assistenza sanitaria pagando un contributo determinato con decreto del Ministero della Sanità e del Ministero dell'Economia.
Tuttavia, è importante notare che alcune categorie di cittadini stranieri sono esentate dal pagamento di questo contributo se già iscritti obbligatoriamente e gratuitamente al SSN, come ad esempio i titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato o autonomo, per richiesta asilo, o i minori stranieri non accompagnati.
Nondimeno una delle disposizioni più controverse della Legge riguarda la riduzione del finanziamento destinato al fondo per le misure urgenti a sostegno dei comuni interessati all’accoglienza e in favore dei minori non accompagnati.
Nel testo originario della manovra approvato dal Consiglio dei ministri si prevedevano infatti 190 milioni per il 2024, 290 milioni per il 2025, 200 milioni per il 2026, le stesse sono state rimodulate con un emendamento del governo in 172.739.23 di euro per l’anno 2024, 269.179.697 euro per l’anno 2025 e 185.000.000 euro per l’anno 2026. Questa riduzione delle risorse ha destato la preoccupazione del Patronato Inca Cgil nazionale e della Cgil che si sono espresse sottolineando come le risorse tagliate siano state destinate al finanziamento del trattamento accessorio delle Forze di polizia e delle Forze armate. Tale decisione è stata criticata, in quanto “mette in contrapposizione il diritto a una equa retribuzione per il lavoro svolto dalle Forze di polizia con il diritto dei cittadini migranti a un'accoglienza dignitosa, soprattutto per quanto riguarda i minori non accompagnati determinando un danno con la riduzione delle risorse destinate alla tutela di persone fragili quali sono i minori stranieri che hanno già subito violenze e disagi nel viaggio verso l’Europa”.
Inoltre, la Legge prevede alcune misure di sostegno alla popolazione ucraina, tra cui finanziamenti e interventi per il potenziamento delle attività di prevenzione e assistenza sociosanitaria, nonché risorse destinate ai comuni che accolgono i cittadini ucraini e interventi di sostegno rivolti alla popolazione ucraina in Italia.
Infine, è stato prorogato il termine per l'applicazione delle norme relative alle autocertificazioni per i cittadini di paesi terzi in Italia, confermando l'impossibilità per i cittadini stranieri di utilizzare autocertificazioni nelle procedure previste dal Testo Unico Immigrazione e dal suo regolamento di attuazione.
Nonostante alcuni interventi volti a rafforzare l'azione del Ministero dell'Interno per il riconoscimento della protezione internazionale e il sostegno alla popolazione ucraina, persistono delle criticità nella gestione complessiva delle politiche sull'immigrazione.
Il 6 novembre 2023 il governo italiano ha firmato un accordo con l’Albania per la costruzione di due centri di detenzione sul territorio albanese, che saranno utilizzati per trattenere le persone intercettate o soccorse in mare dalle navi di Stato italiane. Entro questa primavera l’accordo di esternalizzazione di al massimo 36mila procedure di asilo dovrebbe entrare in vigore. l'Italia è tenuta a trasferire al partner albanese entro 90 giorni dall'entrata in vigore del Protocollo un totale di 16,5 milioni di euro per il primo anno di attuazione, oltre a istituire un fondo apposito. Tutte le spese connesse alle procedure, al sostentamento dei migranti, alla loro assistenza legale, sanitaria e, se necessario, al rimpatrio, comprese quelle per la costruzione dei due centri, sono a carico dell'Italia. Un progetto che si prevede avrà una durata complessiva di 5 anni.
Tuttavia, diversi esperti nel campo della protezione internazionale esprimono preoccupazione riguardo a questo accordo. Il Protocollo potrebbe infatti limitare le protezioni per i richiedenti asilo, creare disparità con coloro che sono accolti nei paesi dell'Unione Europea e sollevare il rischio di violazioni dei diritti umani. Resta da vedere come queste disposizioni si tradurranno nella pratica e quali saranno le loro effettive implicazioni sulle comunità locali e sulla popolazione migrante.