Le indagini condotte da numerosi organismi scientifici nazionali e internazionali hanno evidenziato un fenomeno allarmante: un crescente numero di patologie e di casi di infortunio sul lavoro è direttamente attribuibile, o considerato un fattore di concausa rilevante, alle conseguenze del cambiamento climatico in corso. In particolare, l'innalzamento delle temperature durante i periodi estivi ha avuto un impatto significativo sulla salute e la sicurezza dei lavoratori.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in linea con i dati forniti dall'Inail, i lavoratori più esposti a questi rischi sono coloro che operano in ambienti soggetti a irraggiamento solare diretto, come gli addetti all'edilizia, all'agricoltura e ai trasporti. Tuttavia, è importante sottolineare che anche altri lavoratori possono essere colpiti da queste problematiche, a seconda delle condizioni ambientali, organizzative e soggettive in cui si trovano.
Proprio per questo motivo, su sollecitazione della Fillea Cgil, nel 2022 Inps e lnail hanno emesso una nota congiunta per definire le linee guida e le disposizioni in merito alla gestione dei rischi da caldo sul luogo di lavoro (approfondisci qui).
"L'Inail ha da tempo assunto un impegno significativo nella gestione del rischio da stress termico, - dichiara Alessandra Ligi, direttrice dell'Inail Umbria - attraverso l'analisi dei fenomeni segnalati e l'utilizzo delle competenze professionali all'interno dell'Istituto, tra cui il Dipartimento di Medicina del Lavoro e la Consulenza Tecnica Salute e Sicurezza. Queste componenti hanno infatti il compito di investigare sulle nuove manifestazioni del rischio, considerando le dinamiche di cambiamento nel mondo del lavoro, nonché i fattori connessi all'età, al genere, alle abitudini personali e culturali, ad esempio, le scelte religiose, come il Ramadan quando cade nei mesi estivi".
Recentemente, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche, le Regioni Toscana e Lazio e il Consorzio LaMMa, l'Inail ha portato avanti un progetto innovativo denominato Worklimate.
"All'interno di questo progetto - spiega la direttrice Ligi - sono state condotte analisi epidemiologiche per valutare l'incidenza delle condizioni termiche estreme sugli infortuni sul lavoro. Inoltre, sono state sviluppate risorse informative per aumentare la consapevolezza dei rischi associati a queste condizioni, fornendo raccomandazioni specifiche per la pianificazione di interventi di prevenzione".
Tutto il materiale informativo costituisce un utile strumento a disposizione degli stessi lavoratori, degli operatori della prevenzione e delle autorità sanitarie al fine di monitorare, valutare e mitigare l'esposizione alle alte temperature nel contesto lavorativo e si accompagna all'approfondimento sul tema che si svolgerà il 12 luglio prossimo, nella sede della Fillea Cgil Umbria (approfondisci qui).